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domenica 31 maggio 2009

IL GIAPPONE, IL BUDDHISMO E GLI ANIMALI: L'ESEMPIO DI HAPPY HOUSE




Ho già avuto occasione di evidenziare come il Giappone abbia in simpatia cani e gatti: sono ricercatissimi in qualità di compagnia domestica.

Ma, ahimé, le città brulicano di pet-shop e, inoltre, il Paese del Sol Levante non fa eccezione al fenomeno dell'abbandono.

Mi sono chiesta più volte come avessero ovviato alle pessime conseguenze che tale fenomeno provoca.

Non avrei voluto scoprire che in molti fanno ricorso a soluzioni ignominiose di orrida facilità: ma questo succede anche in Italia.

Ho, invece, scoperto - con grande piacere - che la diffusa cultura buddhista riscalda i cuori, in nome della compassione.

Ed, ecco, che è sbucata l' Happy House. Cos'è?

E' una struttura che la Jat (Japan Animal Trust), un'associazione giapponese on-lus, ha creato per ospitare cani e gatti abbandonati, ma anche procioni, galli e altri animali in condizioni precarie.
Parco verde grandissimo, costruzioni in legno, luce, aria, pulizia e, naturalmente, assistenza di ogni tipo. Un esempio di civile rispetto per la Vita.
E, infatti, lo slogan dell'associazione è:" Crediamo che la vita di ciascun essere vivente, valga allo stesso modo".