IL LIBRO - Della filosofia e dei gatti

GATTO ERGO SUM!

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martedì 30 giugno 2009

QUANDO SI DISSE: "I DIRITTI DEGLI ANIMALI"


Nel 1978 il 26 gennaio a Bruxelles e il 15 ottobre a Parigi, presso la sede dell'UNESCO, molte associazioni europee e internazionali presentarono e proclamarono la "Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Animale", proponendo l'etica del rispetto verso l'ambiente e tutti gli esseri viventi.

Si aprì, così, una breccia nell'antropocentrismo.

Ecco il testo.


Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Animale

PREMESSA

Considerato che ogni animale ha dei diritti;
considerato che il disconoscimento e il disprezzo di questi diritti hanno portato e continuano a portare l' uomo a commettere crimini contro la natura e contro gli animali;
considerato che il riconoscimento da parte della specie umana del diritto all'esistenza delle altre specie animali costituisce il fondamento della coesistenza delle specie nel mondo;
considerato che genocidi sono perpetrati dall' uomo e altri ancora se ne minacciano;
considerato che il rispetto degli animali da parte degli uomini è legato al rispetto degli uomini tra loro;
considerato che l'educazione deve insegnare sin dall'infanzia a osservare, comprendere, rispettare e amare gli animali.

SI PROCLAMA:

Articolo 1
Tutti gli animali nascono uguali davanti alla vita e hanno gli stessi diritti all'esistenza.

Articolo 2
a) Ogni animale ha diritto al rispetto; b) l'uomo, in quanto specie animale, non può attribuirsi il diritto di sterminare gli altri animali o di sfruttarli violando questo diritto. Egli ha il dovere di mettere le sue conoscenze al servizio degli animali; c) ogni animale ha diritto alla considerazione, alle cure e alla protezione dell'uomo.

Articolo 3
a) Nessun animale dovrà essere sottoposto a maltrattamenti e ad atti crudeli; b) se la soppressione di un animale è necessaria, deve essere istantanea, senza dolore, nè angoscia.

Articolo 4
a) Ogni animale che appartiene a una specie selvaggia ha il diritto di vivere libero nel suo ambiente naturale terrestre, aereo o acquatico e ha il diritto di riprodursi; b) ogni privazione di libertà, anche se a fini educativi, è contraria a questo diritto.

Articolo 5
a) Ogni animale appartenente ad una specie che vive abitualmente nell'ambiente dell' uomo ha diritto di vivere e di crescere secondo il ritmo e nelle condizioni di vita e di libertà che sono proprie della sua specie; b) ogni modifica di questo ritmo e di queste condizioni imposta dall'uomo a fini mercantili è contraria a questo diritto.

Articolo 6
a) Ogni animale che l'uomo ha scelto per compagno ha diritto ad una durata della vita conforme alla sua naturale longevita'; b) l'abbandono di un animale è un atto crudele e degradante.

Articolo 7
Ogni animale che lavora ha diritto a ragionevoli limitazioni di durata e intensità di lavoro, ad un'alimentazione adeguata e al riposo.

Articolo 8
a) La sperimentazione animale che implica una sofferenza fisica o psichica è incompatibile con i diritti dell' animale sia che si tratti di una sperimentazione medica, scientifica, commerciale, sia di ogni altra forma di sperimentazione; b) le tecniche sostitutive devono essere utilizzate e sviluppate.

Articolo 9
Nel caso che l'animale sia allevato per l'alimentazione deve essere nutrito, alloggiato, trasportato e ucciso senza che per lui ne risulti ansietà' e dolore.

Articolo 10
a) Nessun animale deve essere usato per il divertimento dell' uomo; b) le esibizioni di animali e gli spettacoli che utilizzano degli animali sono incompatibili con la dignità dell'animale.

Articolo 11
Ogni atto che comporti l'uccisione di un animale senza necessità è un biocidio, cioè un delitto contro la vita.

Articolo 12
Ogni atto che comporti l'uccisione di un gran numero di animali selvaggi è un genocidio, cioè un delitto contro la specie; b) l'inquinamento e la distruzione dell'ambiente naturale portano al genocidio.

Articolo 13
a) L'animale morto deve essere trattato con rispetto; b) le scene di violenza di cui gli animali sono vittime devono essere proibite al cinema e alla televisione a meno che non abbiano come fine di mostrare un attentato ai diritti dell'animale.

Articolo 14
a) Le associazioni di protezione e di salvaguardia degli animali devono essere rappresentate a livello governativo; b) i diritti dell' animale devono essere difesi dalla legge come i diritti dell'uomo.

lunedì 29 giugno 2009

ANIMALI, SENTIMENTI. E IL GIAPPONE GLI RICONOSCE UN'ANIMA


In taluni luoghi c'è chi sindaca sul fatto che gli animali abbiano dei sentimenti...
Inutile dire che io credo sia vero.
Così come una buona parte della cultura orientale...
Ad Osaka, mi ha colpita un tempio buddhista: luogo incantevole, con un rigoglioso, quadrato giardino, in cui i pini - potati come nei film giapponesi - esortano a volgere lo sguardo verso l'alto.
In questo luogo meraviglioso, Tempio di Choeiji, si coltiva l'anima.
Umana e non umana.

Si celebrano cerimonie, si medita, si prega.
E per chi vuole dare un ultimo saluto ai propri amici a 4 zampe, si può chiedere ai monaci. Un augurio di "buon viaggio" prima di attraversare il ponte dell'arcobaleno.

domenica 28 giugno 2009

CAMPAGNA FIV. E C'E' CHI ADOTTA CON GIOIA



Di recente, diverse associazioni hanno proposto una campagna essenziale: una campagna per l'adozione di mici fiv.
Da molto tempo, lo sapete, insisto sull'importanza di informarsi per non cadere nei falsi tranelli che i pregiudizi sulla fiv tendono.
(V.
http://dellafilosofiaedeigatti.blogspot.com/2009/05/la-fiv-non-deve-fare-paura-la.html
http://dellafilosofiaedeigatti.blogspot.com/2009/04/una-pasqua-buona-e-particolare.html )
Questa volta, vi propongo la tenera e toccante storia di GIOIA, la deliziosa micina che vedete nella foto, adottata in un rifugio.
La testimonianza mi arriva da Rimini.
Vi lascio alle parole della mamma "umana" che l'ha adottata, in modo che possiate leggere, direttamente, il legame speciale e la meravigliosa esperienza che ne sono nati.
Alessia: " Da un paio di mesi chiedevo di poter prendere un gatto. Ho insistito a tal punto che, finalmente, il 01/11/07 Gioia è arrivata a casa.
Probabilmente era già Fiv positiva, ma non aveva sintomi e anche ai primi controlli era risultata negativa.
Un anno dopo ha manifestato alcuni strani sintomi....Rifatti gli esami: era la Fiv.
Sul momento mi sono spaventata: non conoscevo la malattia e Gioia è il mio primo gatto. Ora ho imparato a convivere e a conoscere questa malattia. Gioia conduce una vita normale come un qualunque gatto da appartamento: mangia, dorme, gioca con le sue adorate palline.
A vederla nessuno direbbe che ha la Fiv.
I mici malati di Fiv hanno bisogno di qualche visita di controllo in più, ma per il resto conducono una vita normale.
Oppure (se le veterinarie ve lo consigliano) si possono fare dei cicli con l'interferone per alzare un pò le difese immunitarie.
Amo tutti i gatti, ma non cambierei Gioia con nessuno al mondo: non importa se ha la Fiv.
Quando torno a casa dal lavoro è sempre la prima a venirmi incontro, ovunque si trovi e qualunque cosa stia facendo.
A tutti questo si aggiunge la "gioia" di aver adottato in gattile, la soddisfazione di aver dato l'opportunità di una vita migliore ad un micio senza casa.
Per avere un micio affettuoso, bello o intelligente non serve andare in negozi o allevamenti...ci sono tanti gattili con mici stupendi..e Gioia ne è la prova vivente.
Non fatevi spaventare dalla parola Fiv!".

lunedì 15 giugno 2009

" ... FATTI NON FOSTE A VIVER COME BRUTI, MA PER SEGUIR VIRTUTE E CONOSCENZA "


Questa breve - ma densa - frase è tratta dalla Divina Commedia del "nostro" Dante: la cantica è quella dell' Inferno (canto XXVI, 119-120), l' epoca il 1300!

In sostanza, un motto che esorta a vivere secondo la legge morale - la virtù - e la sapienza.

Non proporrò testimonianze filosofiche occidentali, oggi.

Bensì una lettera del capo indiano Capriolo Zoppo all'allora presidente degli Stati Uniti, Franklin Pierce (1804-1869)

"..Le mie parole sono come le stelle e non tramontano. Ma come potete comprare o vendere il cielo, il calore della terra ? Questa idea è strana per noi. Noi non siamo proprietari della freschezza dell’acqua o del suo scintillio: come potete comprarli da noi ?
Ogni parte di questa terra è sacra al mio popolo. Ogni ago scintillante di pino. Ogni spiaggia sabbiosa, ogni goccia di rugiada nei boschi oscuri, ogni insetto ronzante è sacro alla memoria e nell’esperienza del mio popolo. La linfa che circola negli alberi porta le memorie dell’uomo rosso. Noi siamo parte della terra ed essa è parte di noi.
I fiori profumati sono nostri fratelli. Le creste rocciose, le essenze dei prati, il calore del corpo dei cavalli e l’uomo, tutti appartengono alla stessa famiglia.

Perciò, quando il Grande Capo (il presidente) sta a Washington ci manda a dire che vuole comprare la nostra terra, voi dovete ricordare che essa è sacra. ...Se noi vi vendiamo la terra voi dovete ricordare che essa è sacra e dovete insegnare ai vostri figli che essa è sacra e parla di eventi e ricordi nella vita del mio popolo.

Il mormorio dell’acqua è la voce di mio padre. I fiumi sono nostri fratelli ed essi saziano la nostra sete. Se vi vendiamo la terra voi dovete ricordare e insegnare i vostri figli che i fiumi sono nostri fratelli e anche vostri e dovete perciò usare con i fiumi la gentilezza che userete con un fratello.
Noi sappiamo che l’uomo bianco non capisce i nostri pensieri. Una porzione della terra è la stessa per lui come un’altra, perché egli è uno straniero che viene nella notte e prende dalla terra qualunque cosa gli serve. La terra non è suo fratello, ma suo nemico, e quando l’ha conquistata, egli si sposta, lascia le tombe dei suoi padri dietro di lui e non se ne cura. Egli tratta sua madre, la terra, e suo fratello, il cielo, come cose che possono essere comprate, sfruttate e vendute, come fossero pecore o perline colorate. Il suo appetito divorerà la terra e lascerà dietro solo un deserto.
I nostri pensieri sono differenti dai vostri pensieri, La vita delle vostre città ferisce gli occhi dell’uomo rosso. Ma forse ciò avviene perché l’uomo rosso è un selvaggio e non capisce. Ma non c’è alcun posto quieto nella città dell’uomo bianco. Alcun posto in cui sentire lo stormire delle foglie in primavera o il ronzio delle ali degli insetti. Il rumore della città ci sembra soltanto che ferisca gli orecchi. E che cosa è mai la vita, se un uomo non può ascoltare i discorsi delle rane attorno a uno stagno di notte ?

L’indiano preferisce il dolce rumore del vento che soffia sulla superficie del lago o l’odore del vento stesso, pulito dalla pioggia e profumato dagli aghi di pino. L’aria è preziosa per l’uomo rosso, perché tutte le cose partecipano dello stesso respiro.

...Perciò noi consideriamo l’offerta di comprare la nostra terra, ma se decideremo di accettarla, porrò una condizione.

L’uomo bianco deve trattare gli animali come fratelli.
Io sono un selvaggio e non capisco altri pensieri.
Ho visto migliaia di bisonti che marcivano sulla prateria, lasciati lì dall’uomo bianco che gli aveva sparato dal treno. Io sono un selvaggio e non posso capire come un cavallo di ferro sbuffante possa essere più importante del bisonte, che noi uccidiamo solo per sopravvivere.
Che cosa è l’uomo senza gli animali ?

Se non ce ne fossero più gli indiani morirebbero di solitudine. Perché qualunque cosa capiti agli animali, presto capita all’uomo. Tutte le cose sono collegate.
...Questo noi sappiamo.

La terra non appartiene all’uomo, è l’uomo che appartiene alla terra.

...Non è stato l’uomo a tessere la tela della vita, egli ne è soltanto un filo. ...Ma noi considereremo la vostra richiesta di andare nella riserva che avete stabilito. Noi vivremo per conto nostro e in pace. Importa poco dove passeremo il resto dei nostri giorni. I nostri figli hanno visto i padri umiliati nella sconfitta. I nostri guerrieri hanno provato la vergogna. E dopo la sconfitta essi passano i giorni nell’ozio e contaminano il loro corpo con cibi dolci e bevande forti. Poco importa dove passeremo il resto dei nostri giorni: non saranno molti. Ancora pochi inverni e nessuno dei figli delle grandi tribù che una volta vivevano sulla terra e percorrevano in piccole bevande i boschi, rimarrà per piangere le tombe di un popolo una volta potente e pieno di speranze.
...Quando l’ultimo uomo rosso sarà scomparso dalla terra e il suo ricordo sarà l’ombra di una nuvola che si muove sulla prateria, queste spiagge e queste foreste conserveranno ancora gli spiriti del mio popolo. Poiché essi amano questa terra come il neonato ama il battito del cuore di sua madre. Così, se noi vi venderemo la nostra terra. Amatela come l’abbiamo amata noi, conservate in voi la memoria della terra com’essa era quando l’avete presa e con tutta la vostra forza, le vostre capacità e il vostro cuore, conservatela per i vostri figli e amatela come Dio ama tutti. Noi sappiamo una cosa: che il nostro Dio è lo stesso Dio. Questa terra è preziosa per lui.

domenica 14 giugno 2009

ARCA SARDA: LA SARDEGNA E' BELLA E NON SOLO PER IL MARE

Si chiama ARCA SARDA.
Un nome che evoca il biblico episodio incentrato sugli animali e la loro salvezza.
E' un'associazione di volontariato per la tutela degli animali, nata nella meravigliosa Santa Teresa di Gallura.
E' un'associazione che, pionieristicamente, sta introducendo importanti cambiamenti per la salvaguardia degli animali, sfidando vecchi retaggi.
Un sito che parla di impegno, di amore e tanta, tanta costante dedizione.
Vi invito a consultarlo: vi troverete storie meravigliose.
Un esempio? La storia di Tibula.
http://www.arcasarda.org/index.htm#

giovedì 11 giugno 2009

LAV SCEGLIE DELLA FILOSOFIA E DEI GATTI





La LAV (Lega Anti Vivisezione) è, in Italia, una delle associazioni animaliste più importanti e una di quelle che, più assiduamente, si batte per la difesa dei diritti degli animali e per il rispetto della loro dignità.
Sono sempre vive le sue campagne di lotta all'abbandono e a qualsiasi forma di maltrattamento.
Il libro Della filosofia e dei gatti è stato recensito e consigliato proprio dalla LAV.
Nel numero di Giugno della rivista Impronte - la rivista della LAV - a pagina 21, è apparsa la recensione che potete leggere sopra.



lunedì 8 giugno 2009

PETRARCA E LA MUSA GATTA

"Chiare, fresche et dolci acque,
ove le belle membra pose
colei che sola a me par donna..."

Così comincia uno dei sonetti più commoventi e romantici della letteratura italiana.
Il "grande stilo" che lo compose fu Francesco Petrarca (1304-1374), figura essenziale della nostra cultura che, guarda caso, sapete da chi si faceva ispirare???

Tse... neanche a dirlo: da una gatta!

In un medioevo misogino che bruciava streghe e felini, eccolo qua, il giustiziere - pacifico e prolifico - che ha segnato, per sempre, la poesia italica...
La sua micia la vedete nel riquadro: tra libri e pergamene, come per dire: "ecco la vera Musa". Seconda solo a Laura, come ricorda un'epigrafe commemorativa del felino, al primo piano della casa di Arquà (PD) che fu del poeta.

domenica 7 giugno 2009

LE VIRTU' DEL GATTO: MOLTO DI PIU' DELL'EGITTO



Sì, è noto: il micio era venerato nell'antico Egitto.
Ma non solo gli abitanti di questo meraviglioso paese avevano colto il singolare magnetismo dei gatti.
Successe, infatti, cha anche nell'affascinante e religiosa Thailandia del XIV secolo, questi felini fecero un trionfale ingresso a corte, spopolando in celebrità.
Cari ai regnanti, ritenuti sacri e allevati dai sacerdoti come guardiani dei templi, i gatti divennero, presto, il mito da celebrare... in un libro.
Fu, infatti, ritrovato fra le rovine della città di Aythia (capitale del regno) un testo intitolato Smud Khoi o Libro dei Poemi del gatto, in cui si legge:
«Pelo come seta con punte simili a nuvole e radici d' argento, occhi che brillano come gocce di rugiada su foglie di loto».

martedì 2 giugno 2009

IL GATTO, LO ZEN E IL CERCHIO


In Birmania, vi è un monastero splendido, ligneo e buddhista dal nome Nga Phe Kyaung.

E' un luogo noto poichè i gatti sono abituati a saltare dentro dei cerchi.

No, cari lettori: non succede, come nei circhi, in cui gli animali sono violati nella loro libertà a dignità.
Questo è un luogo in cui i mici, spontanemente, rimangono in cambio del cibo: un saltino, un pesciolino...


Parlando con qualcuno, mi sono sentita dire che si tratta di uno spettacolo "povero", atto ad ottenere qualche offerta.

Non so: non sono mai andata laggiù. Ma vivo in Giappone e comincio a conoscere la cultura buddhista di cui l'Oriente è imbevuto. Una cultura che, da sempre, rispetta la Vita, in ogni sua forma.

Forse, sarebbe utile considerare che il simbolo del CERCHIO, per lo Zen, rimanda all'Illuminazione e, quindi, all'evoluzione delle spirito: il vivere dell'essere in armonia con gli altri esseri. E basta approfondire un poco per sapere che, tale simbolo, si è sempre distinto, in differenti culture ed epoche, per questo suo significato di perfezione o di tensione ad essa.

Sarà, dunque, un caso che i saggi monaci buddhisti "chiedano" proprio ai mici - animali, da sempre, noti per la loro sensibilità "particolare" - di saltare nel Cerchio?

Sayonara

lunedì 1 giugno 2009

BUDDHA E GLI ANIMALI


"È più importante impedire a un animale di soffrire,
piuttosto che restare seduti a contemplare i mali dell'universo
pregando in compagnia dei sacerdoti."
Buddha

DELLA FILOSOFIA E DEI GATTI - RECENSIONE IL RESTO DEL CARLINO

Il Resto del Carlino (22-04-2009)